martedì 11 dicembre 2012

Deleuze, Spinoza. 2 (Individui, Corpi)




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L'artigiano
A causa della scomunica, Spinoza non può più condurre l'attività commerciale della sua famiglia. Per il resto della sua vita sarà un artigiano, un tornitore di lenti, rifiutando sempre qualsiasi incarico didattico istituzionale. (Peraltro sosteneva che chiunque avesse avuto l'ambizione d'insegnare, avrebbe dovuto pagare per farlo).
A mio parere, vedete, gli artisti, i saggi, i filosofi sembrano sempre indaffarati a lucidare delle lenti. Tutto ciò non è che un grande preparativo in vista di un avvenimento che non si verifica mai. Un giorno la lente sarà perfetta; e quel giorno noi percepiremo chiaramente tutta la stupefacente, la straordinaria bellezza di questo mondo”. (Henry Miller)

Il motivo della scomunica
Dottrine sommamente eretiche.

Corpo e mente
Nessuna superiorità di un attributo rispetto all'altro. La materia estesa è Dio; il pensiero è Dio. Entrambi fanno parte della essenza della sostanza infinita. Ogni mio atto di pensiero, ogni idea, è un modo del pensiero (ricordiamo: significa che è causato da e compreso grazie all'attributo del pensiero). Mente e corpo, sono totalmente autosufficienti nella loro esistenza: sono due serie causali che procedono parallelamente senza influenzarsi realmente; ma si corrispondono in ogni modificazione. La mia mano si muove e afferra una sigaretta, la accende: tutto è descrivibile come una variazione di velocità e interazione causale tra corpi; tutto è descrivibile anche in termini di idee. Un esempio che Spinoza fa è il sonnambulo: il sonnambulo è senza coscienza, eppure è in grado di fare ciò che fa uno cosciente. Pensiamo agli animali: per noi non hanno coscienza: la enorme varietà di fenomeni che continuiamo a scoprire nel mondo animale, un mondo senza menti, senza coscienza, dovrebbe bastare a convincerci di quanto poco sappiamo che cosa può il corpo.


Svalorizzazione della coscienza
Per Deleuze, Spinoza intraprende tre 'trasvalutazioni': della coscienza (a vantaggio del pensiero), dei valori e di tutte le 'passioni tristi'. La prima è una svalorizzazione.
...secondo l'Etica, ciò che è azione nell'anima è anche necessariamente azione nel corpo, ciò che è passione nel corpo è anche necessariamente passione nell'anima. Nessuna eminenza di una serie sull'altra. Che cosa intende dire, dunque, Spinoza quando ci invita a prendere il corpo come modello? Si tratta di mostrare che il corpo va oltre la conoscenza che se ne ha, e che nondimeno il pensiero oltrepassa la coscienza che se ne ha. (…) Si cerca di acquisire una conoscenza delle potenze del corpo per scoprire parallelamente le capacità della mente che sfuggono alla coscienza, per poter comparare le potenze. In breve, il corpo, secondo Spinoza, non implica nessuna svalorizzazione della coscienza in rapporto all'estensione, ma, cosa assai più importante, una svalorizzazione della coscienza in rapporto al pensiero, una scoperta dell'inconscio, e di un'inconscio del pensiero, non meno profondo che l'ignoto del corpo. Il fatto è che la coscienza è naturalmente il luogo di un'illusione. La sua natura è tale che essa raccoglie degli effetti, ignorando le cause.” (Deleuze, Spinoza: Filosofia Pratica)

Uomo-acqua, ape-orchidea, ragno-mosca
Ogni corpo è in stato di quiete o moto e ha una determinata velocità. I corpi si compongono in individui quando hanno un rapporto reciproco preciso e costante di moto o quiete. Un individuo è questo rapporto caratteristico tra le infinite parti che lo compongono. Un corpo umano è un insieme di individui (ogni sua parte a sua volta è contraddistinta da un rapporto caratteristico). I corpi si scontrano incessantemente tra di essi, e incontrano rapporti che si compongono o si decompongono. Mangio un cibo buono, il mio rapporto è riaffermato e potenziato; assumo un veleno, il rapporto caratteristico del mio corpo viene decomposto, la mia individualità è minacciata, al limite distrutta. E questa è una prima visione, puramente fisica, della natura. Individui senza posa affetti da altri individui, da cui vengono decomposti o con i quali formano individui maggiormente potenti. “Se imparo a nuotare o a ballare, bisogna che i miei movimenti e le mie pause, le mie velocità e le mie lentezze assumano un ritmo comune a quello del mare o del partner, secondo un adeguamento più o meno durevole” (Deleuze, Spinoza e le tre “etiche”). Altri esempi: un uomo e una musica, un'ape e un orchidea. Spinoza usa il vocabolo occursus per indicare l'incontro casuale. Siamo nell'ambito del primo genere di conoscenza, degli affetti passivi, in cui sperimentiamo ciecamente aumenti e diminuzioni di potenza – sento il calore del sole sulla pelle, provo gioia, sto bene – oppure c'è troppa luce, mi espongo troppo, mi brucio, provo dolore (tristezza). La conoscenza immaginativa, casuale, inadeguata; conosco le cose solo in quanto effetti, indirettamente, conosco le tracce che imprimono su di me. Questo non toglie nulla alla verità delle gioie e delle tristezze che provo, ma rimango passivo, come un bambino; ma ancora, ha un enorme valore questa sperimentazione.

Cosa può un corpo?
Cosa significa tutto ciò? “...un corpo affetta altri corpi, o è affetto da altri corpi: è questo potere di determinare affezioni o di venire affetto che definisce perciò un corpo nella sua individualità.... i corpi e le anime non sono, per Spinoza, né sostanze né soggetti, ma modi.. Tuttavia, accontentarsi di pensarli teoricamente non basta.... Concretamente... molte cose cambiano. Allora si comincia a definire un animale, o un uomo, non più secondo la sua forma, i suoi organi o le sue funzioni, né come soggetto: si comincia a definirlo per gli affetti di cui è capace. Capacità di affetti, con una soglia massimale e una minimale...” Un cavallo da tiro è più simile al bue di un cavallo da corsa. Conoscete uomini-vegetale? Io sì. “Ad esempio, dato un certo animale, a che cosa tale animale è indifferente nel mondo immenso, a che cosa reagisce positivamente o negativamente, quali sono i suoi alimenti, quali i suoi veleni, che cosa 'prende' dal suo mondo? Ogni melodia ha i suoi contrappunti: la pianta e la pioggia, il ragno e la mosca. In nessun caso dunque un animale, una cosa, è separabile dai suoi rapporti con il mondo: l'interiore è solo un esteriore selezionato, l'esteriore un interiore proiettato: la velocità o la lentezza dei metabolismi, delle percezioni, azioni e reazioni si concatenano per costruire quell'individuo nel mondo”. (Deleuze, Spinoza: Filosofia Pratica)

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